Ed ecco l'ultima parte de Il Circo dei Meccanici. Se vi è piaciuto, non dimenticate di commentare! E se trovate errori, o incongruenze rispetto alle parti precedenti, vi invito a segnalarmele! Buona lettura!
Gyk non ricordava
nemmeno come fosse entrato nel tendone, dopo la decapitazione di
Sknoll. Era troppo scioccato per rendersi conto di dove i piedi lo
stessero portando. Fatto sta che si ritrovò tra le prime file,
pressato dalla ressa, vicino al palco interno su cui Karid aveva
fatto trasferire se stesso e il suo scranno. Otto guardie in armatura
alla sua sinistra e altre otto alla sua destra, armate di scudo e
lancia, vigilavano attentamente la folla, alzando il pugno se
qualcuno accennava un movimento sospetto. Karid stava in mezzo a
loro, con la corona d'oro incendiata dalle torce e il viso luciferino
rilassato, carico di gioia sprezzante. Sapeva che il suo potere ora
non aveva più limiti.
Gyk non aveva nemmeno la
forza di odiarlo. Il fuoco che gli aveva attizzato il cuore quando
aveva visto il corpo di Sknoll giacere esanime, un fuoco che era
un'esortazione alla rivolta, si era già spento. Guardando i suoi
compagni, si accorse che anche i loro animi erano svuotati. I volti
degli abitanti erano il ritratto della rassegnazione. Gli occhi
vuoti, apatici, si posavano con poco interesse sulle ballerine e sui
giocolieri che avevano già iniziato a dare spettacolo, sulle note
penetranti di un sitar. Un mangiatore di fuoco eruttò dalla gola una
colata di fiamme, che sfiorò Gyk per un soffio. Il ragazzo socchiuse
gli occhi e si augurò di risvegliarsi altrove. Quando la fiamma si
estinse, nel tendone si udirono dei flebili battiti di mani; qualcuno
si era già dimenticando di Sknoll e si stava godendo lo spettacolo.
Qualcuno addirittura sorrideva. Gyk li guardò con rabbia, perché
lui avrebbe ricordato per sempre il sacrificio del fuorilegge.
I mangiatori di fuoco si
unirono in cerchio e crearono una portentosa bolla di fuoco che si
gonfiò fino ad esplodere in una miriade di vapori violacei. Un
oooooh si alzò dalla folla e Gyk fu costretto a battere le
mani, rapito da quel trucco. Poi fu il turno dei prestigiatori veri e
propri. Gyk rimase a bocca aperta quando un affascinante mago del
Nord, un vecchio segaligno con una folta barba bianca, si sfilò
dall'orecchio un serpente velenoso e con un rapido schiocco delle
dita lo tramutò in acqua. Gyk rise con gioia, cullato dall'estasi.
Karid aveva l'aria soddisfatta e quando il mago ebbe finito, lo
ringraziò con un cenno del capo.
Si esibirono altri maghi,
provenienti dai mille regni che costellavano la terra. Ognuno portava
una magia diversa, suscitando l'ammirazione della folla. Il culmine
dell'eccitazione venne raggiunta quando un mago dell'Est si fece
cospargere di olio e si gettò nelle fiamme di una pira. Sparì in
una fiammata, per poi ricomparire, incolume, sul lato opposto del
palco. Un boato della folla si alzò quando il mago, con falsa
umiltà, si esibì in un cerimoniale inchino di ringraziamento. Gyk
si unì al coro di ammirazione che saliva dalla folla, un'eruzione di
grida di felicità e stupore. Il ragazzo non osava neppure respirare,
per paura di distrarsi ed interrompere lo spettacolo.
Nel frattempo la testa di
Sknoll, infilata sopra una picca al centro della piazza, era stata
invasa da un nugolo di zanzare e mosche del deserto.
Gli applausi ora facevano
tremare il terreno e salivano fino al cielo, così che nel deserto il
silenzio era stato sconfitto per la prima volta.
Improvvisamente si aprì
un sipario, che fino a quel momento era restato completamente celato,
e ne uscirono fuori i Dieci Saggi, i più grandi inventori del mondo,
accompagnati dai loro apprendisti e dalle loro creazioni. Karid si
protese ancora di più in avanti, per poi abbandonarsi sulla sedia,
visibilmente impaziente e annoiato. Il turno della Ballerina non era
ancora arrivato.
Sulle note dell'Orchestra
Meccanica, sfilarono le macchine, automi dalle sembianze umane che si
comportavano come esseri umani, suscitando in alcuni stupore e in
altri un brivido di avversione. Tra il furore generale, due automi
combattenti improvvisarono un duello di spada; si trapassarono più
volte all'altezza del cuore, ma non caddero mai. Non potevano
veramente morire. Alla fine il più grosso dei due fu costretto a
finire l'altro tagliandolo in mille pezzettini; alcuni di questi si
muovevano ancora quando i Dieci Saggi proclamarono il vincitore.
E di colpo le torce nel
tendone si spensero. Un ipnotizzante profumo di incenso si levò
nell'aria, magico come le notti nel deserto. L'Orchestra cambiò
melodia: una romantica sinfonia affidata alla musica struggente degli
archi commosse il cuore degli spettatori, facendo affiorare qualche
lacrima negli occhi di chi l'amore l'aveva trovato e già perduto. Le
tende si misero a danzare, sospinte da un alito di vento, infine si
spostarono, sistemandosi ai lati del palco in uno sbuffo di tessuto.
Dall'ombra delle quinte avanzò la Ballerina.
Non era come Gyk se
l'aspettava. Era molto più bella. Il più abile tra i pittori non
sarebbe riuscito che a catturarne solo una pallida immagine, un vacuo
riflesso. Era così rapida ed aggraziata mentre ballava, da sembrare
un'ombra. Eppure era lì, tangibile, reale e desiderabile.
Danzava con grande
leggiadria, volteggiando davanti agli occhi della folla, che era
improvvisamente ammutolita e la guardava con occhi lucidi e bramosi.
Le fiamme delle torce furono sul punto di spegnersi ancora una volta, quando lei passò
sul bordo del palco; e sembrava anch'essa una fiamma, un guizzo di
fuoco che aveva assunto sembianze umane.
Gyk cercò di sfiorarle
una caviglia di bronzo, ma lei si ritrasse, e il ragazzo afferrò
solo l'aria calda che gravitava all'interno del tendone.
L'automa ballò per
quella che sembrò un'eternità, e alla fine la folla non ebbe
neppure la forza di applaudire. Solo allora la Ballerina si voltò e
guardò Karid attraverso gli occhi blu come preziosi zaffiri. Il
Tiranno provò un brivido lungo la schiena: attraverso le pupille
della fanciulla riusciva a guardare se stesso. Lentamente, quasi
volando nell'aria, la Ballerina si avvicinò al trono, e per un
attimo fu come se l'angelo più bianco del paradiso fosse sul punto
di inoltrarsi nella foresta più oscura del mondo. Karid con un
gesto intimò alle guardie di abbassare le lance che loro,
prontamente, avevano già messo in resta per tenere l'automa a
distanza di sicurezza. Karid non temeva più nessuno, ora che il suo
avversario era morto.
Gyk trattenne il respiro
quando la Ballerina si avvicinò a Karid, tanto da toccargli il viso
e accarezzargli la barba grigia e pungente, sinuosa e lunga come un
cobra. Il Tiranno tremò al tocco gelido della donna meccanica, così
simile a quello della sua nutrice, l'unica donna che lo avesse amato
davvero. La Ballerina avvicinò le sue labbra taglienti come ferro a
quelle frementi del Re e... prima che il manipolo di guardie potesse
fare qualcosa per fermarla, estrasse dalla schiena una lama ricurva,
che usò per strappare la testa di Karid con un solo, violento
movimento del polso.
Già perforata dalle
lance appuntite delle guardie, la Ballerina fece solo in tempo a
togliersi la maschera, prima di morire: non era un automa, bensì
l'amata di Sknoll. Aveva portato a termine il proprio compito, così
che il sacrificio di Sknoll, che si era fatto uccidere proprio perché
Karid abbassasse la guardia credendosi al sicuro, non fosse stato
vano.
Gli eventi successivi
sono entrati nella storia. Vi fu una sollevazione popolare
nell'esatto momento in cui la testa di Karid raggiunse il legno del
palco, dopo essere rotolata sui gradini taglienti del trono. Il corpo
del Tiranno rimase lì, sui cuscini di broccato viola, ancora scosso
dal desiderio per quella seducente ballerina. La folla inferocita
massacrò i soldati e prese il controllo della città. E così la
democrazia ritornò a Naarit. Ma non vi furono feste, né grida di
giubilo: molto sangue era stato versato per la libertà. Gyk stesso
era morto, infilzato dalla spada di un soldato, e la famiglia lo
pianse per tre mesi interi.
Lentamente, la vita a
Naarit ritornò. Vi fu una votazione per eleggere il Primo
Governatore: vinse Tioben, il mercante di gioielli che aveva stregato
la folla con l'orazione in onore di Sknoll, l'eroe che li aveva
salvati tutti.
Molto attuale, pieno di messaggi ... un capolavoro in poche righe ... nitro allo stato puro ...
RispondiEliminaAlla prossima grazie.