Chi sono


Se mi chiedessero “che cosa hai conservato della tua infanzia?” risponderei: l'istinto di narrare. Raccontavo storie ben prima di imparare a scrivere, aiutandomi con la mia fidata matita, i miei pennarelli e la mia gomma; molti di questi oggetti li custodisco ancora, in qualche cassetto sperduto della mia scrivania, ma è come se li avessi dimenticati.
Ci ho messo vent'anni per capire che il disegno non era la mia strada. Non era abbastanza immediato: avevo bisogno di esprimere ciò che pensavo e ciò che sentivo nello stesso momento in cui mi passava per la testa. Disegnare non mi permetteva di farlo: per prima cosa c'era il bozzetto, poi il contorno a china, infine, dopo aver “risucchiato” il foglio con lo scanner, la colorazione digitale. Per me era un processo troppo lento, troppo. Allora ho capito che avrei dovuto cambiare, trovare il coraggio di lasciare la mia strada per intraprenderne un'altra. È così che ho trovato la scrittura e mi ci sono buttato a capofitto e ho scritto, scritto, scritto e continuo a scrivere tuttora, cercando di ritagliarmi il tempo necessario tra un esame e l'altro, anche se, si sa, il tempo per fare ciò che piace non basta mai.
Da quando ho iniziato a scrivere su questo blog ho ricevuto complimenti, strette di mano e pacche sulle spalle, ma anche delusioni, critiche e rifiuti. Ci sono stati momenti di gioia, altri invece di tristezza, di quella tristezza che ti lascia in bocca il gusto acido della sconfitta. Mille domande avrebbero potuto affollare, allora, la mia testa. Sono bravo o non sono bravo? Avrò o non avrò successo? Che cosa ci faccio qui? Quale posto ci sarà per me, nel mondo?
Volete sapere la verità? Non ho una risposta per nessuna di queste domande. Ho solo una certezza: fare ciò che piace è un privilegio e io lo voglio vivere fino in fondo, senza paura, senza dubbi, senza freni.

È per questo che alla domanda “chi sono” posso dare, senza esitazione, una risposta: sono uno a cui piace scrivere.

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