Il corpo di Edward prese fuoco insieme al legno. Fiamme e acqua si incontrarono, anche se per pochi istanti. A quel punto la musica crebbe e gli abitanti iniziarono a cantare con voce sgraziata. Era un canto terribile, acuto come il pianto di un neonato, e tuttavia inumano. Selena dovette tapparsi le orecchie per non urlare. Le voci cessarono solo quando la zattera, ormai totalmente consumata dalle fiamme, colò a picco, un unico pennacchio di fumo a segnalare il luogo esatto del suo affondamento.
La
processione sfilava per le viuzze umide di Windsmouth a passo cadenzato,
seguendo il ritmo di una musica (un lamento prodotto da tamburi, arpe e corni)
che aveva un che di tribale. Ian Stone apriva il corteo, il viso contratto da
un sorriso enigmatico, statuario. Vestiva con una giacca scura, di taglio
antico, che lo faceva sembrare, anche a causa della sua magrezza, un avido
becchino da B-movie. Lo seguivano, ingobbiti, quattro giovani che portavano il
feretro: una lettiga di giunco dove il corpo di Edward, ricomposto in maniera
frettolosa, poteva essere visto da tutti.
Igor
e Selena guardavano la processione da lontano, con l'aiuto del cannocchiale che
si erano portati dalla Blue dolphin. Era una scelta prudente, perché non
sapevano se la loro presenza fosse gradita; per di più, temevano le domande che
Ian Stone e Rose Scott avrebbero potuto rivolgere loro. Non erano stati i
coniugi Melville, infatti, a dare l'allarme: terrorizzati dalle parole che
Edward aveva rivolto loro durante il pomeriggio e ancora di più dal messaggio
lasciato con il sangue, Igor e Selena si erano rifugiati nel cottage, fingendo
di non essersi mossi per tutta la notte. Avevano barattato la loro bugia con
una notte insonne, trascorsa ad ascoltare i rumori provenienti dal giardino e a
ripensare al viso deformato di Edward, alle sue braccia spezzate e ripiegate su
se stesse come chele di insetto. Pareva fosse stata Rose Scott a trovare il
corpo, alle prime luci dell'alba. Ciò, pensò Igor, era ancora più sospetto se
si considerava il terrore che il ragazzo provava per quella vecchia mummia
rinsecchita.
La
processione scese fino alla spiaggia. Gli abitanti accesero alcune torce,
vecchi pezzi di remo culminanti con una stoffa infiammabile, mentre il feretro,
nient'altro che una zattera, veniva lentamente spinto verso il mare ancora
oscurato dalla nebbia. All'ultimo, poco prima che l'imbarcazione si
allontanasse definitivamente dalla riva e diventasse un puntino fra le onde, le
torce vennero lanciate. Una sola centrò l'obiettivo, ma fu sufficiente. Il
corpo di Edward prese fuoco insieme al legno. Fiamme e acqua si incontrarono,
anche se per pochi istanti. A quel punto la musica crebbe e gli abitanti
iniziarono a cantare con voce sgraziata. Era un canto terribile, acuto come il
pianto di un neonato, e tuttavia inumano. Selena dovette tapparsi le orecchie
per non urlare. Le voci cessarono solo quando la zattera, ormai totalmente
consumata dalle fiamme, colò a picco, un unico pennacchio di fumo a segnalare
il luogo esatto del suo affondamento.
A
quel punto la folla si disperse. Ian Stone lasciò il gruppo e si avvicinò a
Igor e Selena, usciti nel frattempo dalla boscaglia con un timore che quasi
mozzava loro il respiro.
«Una
disgrazia, amici miei – si lamentò il sindaco, con fare afflitto – Sono cose
che capitano anche in un posto come Windsmouth.»
Igor
annuì con aria assente.
«Come
l'hanno presa i genitori di Edward?» domandò. Ian Stone storse la bocca.
«Edward
non aveva genitori. Era un orfano, povero ragazzo.»
«E ai
suoi genitori cos'è successo?» si intromise Selena, non nascondendo nella sua
voce un aspro tono di accusa. Il sindaco tentennò.
«Non
lo sappiamo – confessò infine – Edward non è nato qui. Ci è venuto e ha deciso
di restare, come tanti hanno fatto nel corso dei secoli da quando Windsmouth è
stata fondata. Chissà, forse anche voi potreste prendere in considerazione
l'idea di non andarvene più.»
Detto
questo, Ian Stone voltò loro le spalle e si avviò verso il centro del paese.
Gli alberi lo tolsero presto alla loro vista.
«Che
tipo strano – commentò Igor – Qui è tutto strano: nebbia, musica, rituali...»
«E
non solo.» ribatté Selena, adombrandosi. Igor l'abbracciò da dietro e le sfiorò
la pancia con le dita.
«Cosa
intendi dire?»
«Hai
sentito quel beccamorto di Stone? Parlava di Edward come se abitasse qui da
molto tempo, ma in fondo poteva avere sì e no vent'anni. E poi ha detto che il
ragazzo era venuto qui ed aveva scelto di restare. Ma se i suoi genitori sono
morti e nessuno li ha conosciuti, allora chi l'ha portato sull'isola quand'era
ancora un minorenne?»
Igor
ammutolì.
«Ci
dev'essere una spiegazione razionale. Forse un rapimento.»
«Forse.
Ma non è solo questo... Io...» Selena si interruppe come se temesse che ciò che
stava per dire l'avrebbe fatta passare per pazza.
«Sono
tuo marito. A me puoi dire tutto.» la esortò lui. Selena arrossì, poi trovò la
forza di continuare:
«Ieri
ti ho detto che Edward l'avevo già visto da qualche parte. Questa notte, mentre
cercavo di addormentarmi, mi sono ricordata improvvisamente dove. Ho visto la
sua foto su un giornale. Solo che... Beh, ecco... è un giornale che risale ad
almeno cinquant'anni fa.»
Igor
scoppiò a ridere, ma si zittì subito, perché lo sguardo di Selena lo congelò
seduta stante.
«Sì
sì lo so, è una cosa da pazzi. Eppure sono sicura che sia lui. Edward aveva una
cicatrice, ricordi? Non so se l'hai notata, ma era all'altezza della sua
guancia sinistra, come un taglio a forma di sette. E vuoi sapere la cosa
strana? Anche il tizio della foto ne aveva una, identica, nella stessa
posizione.»
«E
dove l'hai tirato fuori un giornale degli anni '60?» domandò Igor, combattuto
se credere o meno alla moglie.
«Merito
di mio padre. Ha conservato il giornale con il necrologio di mio nonno, morto
di infarto esattamente nel 1964. Mio padre conservava un sacco di cose, era una
specie di maniaco compulsivo. Facendo ordine in cantina, l'anno scorso, ho
scovato un baule stracolmo di libri, fumetti, riviste e giornali. Ed uno era
proprio quello di cui ti sto parlando. In prima pagina c'era la foto di un
ragazzo scomparso, un certo Edward Loom.»
«Scomparso?»
«È
qui che arriva il bello. Edward era partito in barca con la sua ragazza,
proprio come abbiamo fatto noi. Lei era incinta. Probabilmente c'è stata una
tempesta o Dio sa cos'altro. Fatto sta che nessuno li ha più visti. Sono
spariti, scomparsi, volatilizzati. E la barca non fu mai ritrovata.»
«Quindi
secondo te quell'Edward Loom è lo stesso Edward che è morto ieri?»
Serena
annuì, convinta. Igor si passò una mano fra i capelli, scoprendoseli più radi
di quanto ricordasse.
«Mi
vuoi dire che Edward, fintanto che è rimasto qui, non è mai invecchiato?»
borbottò, la sua parte razionale che faceva a pugni con quella più disposta, se
non a credere, almeno ad ascoltare.
«È
rimasto esattamente com'era quand'è arrivato, cioè poco più che ventenne. In
parole povere sì, non è mai invecchiato.»
«Quello
che mi dici non ha senso, Selena. Qui si parla di fantascienza, di... di...
stronzate paranormali! Come diavolo è possibile?»
«Questo
non lo so. Forse ha qualcosa a che vedere con il pozzo di cui parlava il
ragazzo. Di certo non ho intenzione di stare qui a scoprirlo. Stanotte,
salperemo con la Blue dolphin. Ci proveremo, almeno...»
Igor
annuì e si rese conto di amare la moglie alla follia. E, improvvisamente, la
paura di essere abbandonato fu messa in secondo piano. Fu solo un istante,
qualcosa di più fugace di un lampo o di un battito d'ali, ma la felicità di
Selena divenne, in quel lampo, il dovere primario di Igor, l'unica vera ragione
di vita, della sua stanca vita.
Per
prima cosa, attesero che si facesse buio, il cielo illuminato solo dal chiarore
di una luna quasi piena. Radunarono legna e foglie secche. Poi, scelsero un
posto che fosse abbastanza distante dal molo e ad esso sopraelevato, in modo
che si potesse vedere da qualsiasi punto di Windsmouth. Igor si accese una
sigaretta, la fumò in fretta, giusto per calmare i nervi, poi la gettò fra le
sterpaglie. Il fuoco attecchì subito, sprizzando centinaia di scintille che si
misero a volteggiare in aria come tante falene in fiamme. Il legno scoppiettò e
presto una colonna di fumo nero si alzò nell'aria. Il bagliore arancione del
fuoco, ora che il cielo era buio, risaltava come un faro nella notte, ottenendo
l'effetto sperato: la locanda di Windsmouth si svuotò. Uomini e donne si
precipitarono verso la fonte della luce, convinti che fosse scoppiato un
furioso incendio destinato a consumare le loro case fino alle fondamenta. Igor
e Selena scesero invece dalla parte opposta della collina, facendo attenzione a
non essere visti da nessuno. La notte era loro alleata.
Il Blue
dolphin li attendeva con la fedeltà di un vecchio cane pastore. Mi sei
mancata, pensò Igor, toccando la fiancata blu della barca. Mollarono le
cime e avviarono il motore di supporto, lasciando al più presto la struttura
scheletrica del molo. Dietro di loro, la locanda di Windsmouth emetteva una
luce così infernale da sfidare le fiamme che, più in alto, stavano ancora
tenendo occupati gli abitanti.
«Addio,
covo di pazzi!» strepitò Igor, facendo ruotare il timone come un vecchio pirata
ubriaco di grog. Ma ecco che, dopo nemmeno un minuto di navigazione, il vento
iniziò a farsi sentire nuovamente, contrastando il movimento della barca con il
suo sibilo da rettile. Igor alzò la testa verso le vele e gridò, quando vide
che il vento non veniva affatto dal mare, ma piuttosto dal centro stesso
dell'isola. Il Blue dolphin stava procedendo inesorabilmente verso la
direzione opposta, risucchiato da una forza oscura, un maleficio, che lo
incatenava alle rive di Windsmouth.
«Non
è possibile!» gridò Igor, augurandosi che fosse soltanto un incubo. Sapeva,
purtroppo, che non era così. Selena provò l'impulso di strapparsi i capelli e
graffiarsi la faccia con le sue lunghe unghie laccate.
«Cosa
facciamo, Igor?»
«Siamo
fottuti, amore mio. – rispose l'uomo – Quest'isola è un luogo dannato.» e con
dannato, Igor lo intendeva letteralmente. La poppa della barca, ormai
trascinata fino al punto di partenza, urtò contro il molo, rischiando di
staccarne una parte. Nell'aria notturna si udì un CRACK furibondo e
tutt’intorno schizzarono schegge di legno come proiettili. Igor lasciò il
timone, il volto stravolto e gli occhi lucidi di terrore. Selena non aveva mai
visto suo marito così spaventato e ne fu più impressionata che mai. Calò il
silenzio. I coniugi Melville rimasero per qualche istanti immobili, come
paralizzati, poi Igor si avvicinò al parapetto.
«Dammi
una mano ad assicurare la barca – sussurrò, armeggiando con le cime – Forse non
si accorgeranno di niente.»
«Igor...»
piagnucolò Selena. Gli abitanti di Windsmouth erano già lì. Nella luce
rossastra della locanda sembravano anime dannate fuggite dai budelli infernali
per riversarsi, con tutti i loro peccati, sulla terra. In testa c'era Ian
Stone. Sorrideva sinistramente, mentre il bagliore della luna che si rifletteva
sul mare gli illuminava il volto di una tonalità sepolcrale.
«Dove
pensavate di andare?»
Igor
cercò di mantenere la calma, scendendo dalla barca di sua spontanea volontà
insieme alla moglie.
«Volevo
rendermi conto delle condizioni del mare.» una scusa semplice e altrettanto
imbarazzante. Ian Stone si avvicinò e prese i coniugi sottobraccio,
conducendoli verso la porta aperta della locanda. Selena rabbrividì al suo
contatto, freddo come una lastra tombale.
«Vi ho detto che solo il mare può decidere quando
potrete partire. Tranquillizzatevi ora, e venite dentro con noi. Che fretta
c'è? Abbiamo buona musica e il nostro Jim ci ha preparato la sua specialità: il
budino di semolino con l'uvetta.»
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