Può la morte fermare un amore sincero? Un racconto del terrore per un argomento sconvolgente. Buona lettura! Alvise Brugnolo
Il campanile rintocca,
profondo. E' una campana da morto, e risuona lugubre nell'aria
invernale, come un grido. Le porte della chiesa si aprono ed esce il
feretro, seguito da una fila di persone ritirate nei loro baveri e
nei loro colli di pelliccia di coniglio. E' una folla nera come uno
stuolo di cornacchie e altrettanto rumorosa. Sono venuti tutti ad
omaggiare la giovane Rita. Era una ragazza a posto la Rita, anche
se non si può dire certo che fosse molto fedele al povero marito,
Ed. Eccolo uscire sul sagrato. Povero diavolo. Le
voleva molto bene. Un paio di vecchie comari annuiscono, una
lascia cadere addirittura una lacrima di cerimoniale amarezza. Ed
scende i gradini con lentezza, ma non sembra particolarmente
distrutto. Anzi, qualcuno dice che è in qualche modo solare, anche
se vestito di nero come tutti loro. La bara viene caricata sul carro
funebre da due uomini volenterosi. Qualcuno osserva che è il modo in
cui tutti se ne andranno. Le comari annuiscono ancora. Qualcuno
tossisce. Il viso di Ed è imperscrutabile. Bacia la bara e qualcuno
giura di sentirlo bisbigliare a presto. Prima di partire per
il cimitero la folla si avvicina ad Ed. Lo sommergono di baci,
abbracci e strette di mano. Anche pacche sulle spalle. Com'è
composto, poverino. Dite che sapesse che Rita lo tradiva? Io credo di
no. Si avvicina anche Bob. Tutti
sanno che era lui l'amante della moglie. L'uomo si sforza di non
sembrare troppo addolorato.
«Mi
dispiace Ed. Era una donna perfetta.»
sussurra Bob, tendendo la mano a Ed. Il vedovo non risponde al gesto.
«Lo
è ancora.» dice.
Bob ammutolisce. Ed
sorride. Nessuno sa il perché.
Dalla Gazzetta di
Blearwick, 10 novembre 2013
Sono entrati nella notte,
con l'oscurità come complice. Hanno distrutto molte lapidi del
piccolo cimitero di paese, trafugando persino una bara, quella di
Rita Stewart, morta nemmeno una settimana fa. Jim Dannon, il custode
del museo, sostiene di sapere chi sia stato.
«Stranieri
– dice con acrimonia – vengono nel nostro paese per delinquere.
Se ne tornassero da dove sono venuti!»
Attorno
al povero Ed, vedovo della giovane donna, si stringe l'affetto del
paese e delle forze dell'ordine, già mobilitate per rintracciare ed
arrestare i colpevoli. L'accusa è quella di atti vandalici e
profanazione. Ma cosa può spingere ad un gesto così sacrilego ed
efferato? Ne abbiamo parlato con il Dottor S. Thompson, psicologo
criminale, che da anni si occupa [...]
Rapporto della
polizia. 14 novembre 2013.
Abbiamo fatto irruzione
nell'appartamento di Ed Stewart alle ore 22.15. La prima cosa che ci
ha colpito è stato l'odore. Impossibile da dimenticare: era quello
di un cadavere in decomposizione. Abbiamo trovato Ed seduto al tavolo
della sala da pranzo. Sulla sedia di fronte a lui, in una posizione
innaturale, c'era il corpo di Rita Stewart, deceduta da quasi tre
settimane. Ed non sembrava confuso, era lucido. Ci ha chiesto più
volte quale fosse il problema. Sembrava non capire. Il corpo di Rita
era stato vestito e messo in posa. Davanti a lei erano stati
posizionati un piatto di minestra e un bicchiere di vino. Tra le dita
rigide della mano destra era stato infilato un cucchiaio. Abbiamo
proceduto all'arresto. Ed ha opposto resistenza. Mentre lo
trascinavamo via per portarlo alla centrale continuava a gridare:
Come fate a non
capire? Lei è viva! Guardatela, è viva!
Ora è davvero
perfetta!
Uno dei migliori!
RispondiEliminaUna stilettata al cuore ... complimenti !!!
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